Come avevo scritto domenica sera, non ero a perfetta
conoscenza delle motivazioni dell’azione intrapresa dalla neonata
Assocalciatori sammarinese nonostante l’amico Fulvio Simoncini mi vedesse come
un misterioso burattinaio (svilendo l’intelligenza e le capacità dei ragazzi) e
quindi ho evitato di prendere posizioni. Oggi, dopo due giorni in cui leggo di
tutto e di più sulla vicenda, mi permetto di esprimermi in quanto presidente di
società e, se volete, anche di conoscitore di certe dinamiche.
Parto dalla fine. Dalla soluzione che ovviamente sarà
necessario trovare in tempi brevi e che personalmente non credo tarderà più di
una settimana. Vi dirò di più, prestate attenzione, la soluzione sarebbe stata
trovata senza necessità di scioperare se la sfortuna non avesse voluto che
Giorgio Crescentini la scorsa settimana si trovasse lontano da San Marino. Il
Presidente, verso cui non ho mai lesinato critiche, anche pubbliche, ha una
dote ed un difetto preminenti nel suo carattere, che emergono nel bene e nel
male, ogni volta che gli si presenta un problema, anche annoso, da risolvere.
Il pregio di Giorgio è certamente la capacità politica di
affrontare le situazioni che unita ad una conoscenza unica del “sistema calcio”
fanno si che riesca a superare ogni ostacolo con una buona dose di mediazione.
Il difetto, che anche questa volta emerso, è quello di inalberarsi in maniera
scomposta quando qualcuno lo attacca più o meno direttamente senza misurare i
termini del contrattacco. Sono stato più volte vittima e beneficiario degli
atteggiamenti di Giorgio per cui potrei anche pensare di immaginare come andrà
a finire.
Le proposte della Associazione Sammarinese Calciatori sono
lecite, legittime e a mio avviso anche molto molto interessanti (e
condivisibili). Come tutti i progetti, anche questi, necessitano di una
copertura economica di cui la ASC non dispone, ma che la FSGC potrebbe invece
reperire senza alcun problema. Se su progetti di questo tipo si vuole evitare
ogni tipo di speculazione, è sufficiente che la FSGC (che offre già questa
opportunità ai club affiliati) sostenga i progetti step by step verificandone
la realizzazione e coprendo solamente le spese realmente sostenute. Se poi, si
volesse concedere un contributo base all’Associazione Calciatori Sammarinese,
ci si potrebbe accordare su una cifra simbolica (attenzione, non offriamogli
1000 euro che poi si sentono presi per il culo…) da inserire in un bilancio
milionario che prevede un attivo molto importante. Oltre al “niet” federale sui
progetti, se non ho capito male, ci sono delle questioni riguardanti il
cosidetto “status” di calciatore. In questo caso il tema a mio avviso è un po’
più complesso, l’ostacolo principale è rappresentato da una legge sullo sport
obsoleta che da un lato impone ai calciatori, anche dilettanti, il pagamento
delle tasse, ma dall’altro non garantisce loro alcun tipo di tutela. Il
Segretario Lonfernini, che con il suo intervento televisivo si è dimostrato
interessato alla questione, sarà sicuramente ottimo interlocutore per
discuterne in vista della presentazione annunciata per imminente, della riforma
di legge. Se poi, invece delle poche centinaia di euro che i calciatori
percepiscono quale rimborso per le partecipazioni alle partite, scaglionati per
la categoria nella quale militano, si arrivasse ad un quid un po’ più
sostanzioso non ci vedrei nulla di scandaloso, soprattutto alla luce dei
contributi che, grazie a tali partecipazioni, la FSGC (da FIFA e UEFA) e i club
affiliati (dalla ECA) percepiscono e alla luce della decisione di non
concedere, ad esempio, i permessi sportivi per le partite amichevoli che
impegnano invece i ragazzi allo stesso modo... Sembrano questioni
clamorosamente grandi (soprattutto perché in un tale momento di crisi economica
anche soltanto parlando di due spicci si alza il polverone del popolo affamato)
ma in realtà tutte, pacatamente discusse, verrebbero approvate a braccia alzate
con il benestare di FSGC, arbitri, allenatori e non per ultimi i club senza
intaccare un bilancio solido che ha voci preventivate nelle quali includere le
spese di cui sopra.
Perché allora si è arrivati a questo tanto chiacchierato
sciopero? Perché come detto il Presidente Crescentini non ha personalmente
incontrato i calciatori lasciando che fosse il Segretario Generale Casadei a
farlo. Premesso che Casadei, in quanto in posizione semiprofessionale, non
dovrebbe avere potere decisionale ma svolgere solamente un lavoro analitico da
proporre poi all’Esecutivo ed eventualmente all’Assemblea, è bene dire che lo
stesso già in autunno si era scontrato con i calciatori rinviando non si sa
bene per quale motivo il loro riconoscimento. Anche in passato, quando l’ASC ancora
non esisteva, per motivi sempre diversi ma sempre riconducibili ad una scarsa
capacità di gestire il calcio sammarinese, Casadei aveva sbattuto la porta in
faccia a quelli che dovrebbero essere i suoi alfieri. Ora, l’auspicio, è che
per quanto riguarda la stretta questione legata allo sciopero ASC, Crescentini
e Bollini (i due presidenti coinvolti) si stiano già incontrando più o meno di
nascosto per chiarire la questione e stemperare i toni apocalittici (che la TV
di Stato ha contribuito a rendere tali) e che nei prossimi giorni ci si renda
conto di chi ha contribuito in maniera scellerata a creare quello che il
Presidente ha chiamato “clima di terrore”. Il vero problema del calcio
sammarinese Crescentini ce l’ha nell’ufficio accanto al suo, purtroppo per lui
però, quando se ne accorgerà, sarà ormai troppo tardi e storiacce delle quali
non ha colpe, come quella di questi giorni, avranno già rovinato la sua grande
storia sportiva. Peccato.